mercoledì 5 febbraio 2020

Il tema dello scolaretto

                                                                                                                                                                     Corruzione della Memoria.olio/tavola.70.50 2020.

Quasi sempre , quando penso ad una nuova opera, mi immedesimo in una situazione , in una storia, ed è come se mi accingessi a sviluppare un tema. in questa opera , per esempio , pur con una certa leggerezza , affronto il tema della perdita di memoria, personale  e collettiva , del decadimento dei ricordi , che via via si affievoliscono. mentre noi (io) siamo indecisi se partire o restare , se dimenticare del tutto o cercare di recuperare quel che resta dei ricordi. E non sempre è una operazione facile , ed a volte è anche dolorosa.

lunedì 20 gennaio 2020

L'importanza del titolo in un'opera d'arte.



                                 Gianni Mucè. TRE NUOVE GRAZIE .Olio/tavola 50x70 .2020.


Negli anni addietro abbiamo assistito ad una (giusta , forse ) rivoluzione tesa a svecchiare il mondo dell'arte.Ma il rischio alla fine è stato quello di " buttar via l'acqua con il bambino" come si suol dire , perchè , mentre per esempio  in campo musicale si è arrivati al pop al rap pur non dimenticando i grandi classici , in campo pittorico in questi anni si assiste ad un proliferare di astrattisti che fa pensare che dietro , oltre al gusto del colore non ci sia altro. Sembra che  ora si ritorni verso un ragionato e moderno figurativo .
Il titolo dell'opera è per me quasi parte integrante della stessa , e fornisce una chiave di lettura da cui l'osservatore poi può partire per sue personali considerazioni.
In quest'opera , per esempio , ho pensato alle nuove generazioni , che hanno un diverso rapporto e rispetto del proprio corpo  con tatuaggi , segni , fregi.



lunedì 6 gennaio 2020

La cifra stilistica


Gianni Mucè. 2020. Piacevoli letture .olio/tavola .50x70

Se un critico d'arte volesse (bontà sua) andare a cercare una cifra stilistica , la troverebbe nel surreale , nell'onirico ,  nel fantastico, in quell'estraniarmi dalla realtà che a me permette di andare avanti nella vita e nella conoscenza . Ma se volesse cercare qualcosa che rendesse riconoscibile , identificabile , di primo acchito la mia opera , ecco rimarrebbe deluso. Non ne ho , e non mi interessa averne , penso ad esse come a delle pastoie riduttive della fantasia , dell'immaginazione. Non mi ci vedo a dipingere maschere,o barche, o marine , o nature morte  per tutta la vita . Mi annoierei a morte. Sono percorsi inventati da alcuni critici ( non da tutti per fortuna) per rendere comprensibili a se stessi e per imbrigliare la creatività .Io poi penso a me stesso come ad un cantastorie, anzi ad un "contastorie" come quelli che vedevo da bimbo girare per le piazze del mio paese di nascita: Villabate.  Essi andavano , in piazza, svolgendo un telone in cui per riquadri erano dipinte scene per lo più truculente , fatti di cronaca realmente accaduti , ma amplificati  da una voce narrante stentorea . Ecco io in un'opera racconto storie, e spesso alle storie aggiungo figure di insetti , di animali, di piante; questo serve per due motivi , uno è che vedendo qualcosa di conosciuto ci si puo' avvicinare poi più facilmente al resto dell'opera ed al suo significato , l'altro è che queste aggiunte ricordano a me e a quanti vogliono che noi siamo parte di un tutt'uno di un unico mondo , e che dobbiamo rispetto per tutti gli esseri viventi .

sabato 21 dicembre 2019

 E'  un'amara riflessione  , a cui ho cominciato a pensare qualche anno fa (e come spesso mi capita  ho cominciato a lavorarci dopo circa due anni , appunto )su quello che noi , nel corso dei secoli abbiamo riversato in mare , come se fosse un pozzo senza fondo... e che ora ci viene rigurgitato dal mare, e con gli interessi .
 Sedimenti di cultura , di arte  di musica di letture , di vita insomma.
Mentre , ignaro ,uno scarabeo cerca di trarre beneficio dalle nostre rovine.
Quasi sempre,nelle opere , ed in specie negli ultimi anni , aggiungo  insetti, animali, anche se spesso non c'entrano per nulla con il contesto dell'opera. Ma è per ricordare a me stesso , senza ammantarmi di francescane citazioni, ed a chi mi vuole ( bontà sua ) seguire che noi tutti alla fine siamo una parte dello stesso mondo , ed in questo mondo noi siamo ospiti come tutte le altre creature.

martedì 3 dicembre 2019

Gianni Mucè. Sognando.2019.olio -tavola 35x25.

Continuo a dipingere , quasi ( anzi sicuramente) , come se fosse una piacevole abitudine . Ed invece non lo è. Mi arrovello per ore a cercare di aggiustare un particolare che magari nessuno vedrà. Mi danno l'anima per cercare assonanze , logica , in opere che sono nate da un subconscio, da una scrittura "automatica" il più delle volte .
Spiego meglio , soprattutto a  me stesso . Vado in un qualsiasi parco pubblico , o a volte nei cimiteri qui a Firenze, luoghi di pace e di (a volte ) bellezza, e seduto  su  una panchina , col mio blocchetto in mano ed una penna , sto , incantato , e piano piano mi estranio , sono fuori dal contesto , e  comincio a fare qualche schizzo su cose a cui non pensavo nemmeno, per lo più , figure , volti , situazioni . forse perchè voglio riempire la mia vita , che in fondo è solitaria , di immagini fantastiche. Laddove il fantastico diventa più reale della realtà stessa.

mercoledì 27 novembre 2019

 Ho cominciato a lavorare a quest'idea  diversi anni fa,nel 2011 con una tempera su carta,colori vivaci,quasi violenti,poi qualche mese dopo con un' incisione su rame acquerellata a china, ed ora con un olio su tavola perchè il tema della violenza sulle donne mi interessa molto.Stavolta l'ho sviluppato in maniera tenue e classicheggiante soffermandomi  a pensare con amara ironia, alla violenza che viene fatta sulle donne ed in generale alla loro condizione.Dovremmo tutti inchinarci di fronte alle donne : esse portano la vita, senza di esse ogni cammino si interrompe, ed invece ancora oggi non passa giorno in cui non si registrino casi di femminicidio.E quest'Erma , che si erge a lato di una qualsiasi antica strada romana,con un uomo-statua separato dai suoi stessi bassi istinti nella parte inferiore ,che tiene sulle braccia una donna stremata , vinta, con accanto invece un cippo che ricorda due sposi ed il loro indissolubile amore, ci vuole ricordare questo.Cosa c'entrano i gatti ? E' quasi la mia cifra stilistica ;inserire un elemento di "vita parallela" (piante o animali) per ricordare a me stesso e a chi vuole  che noi tutti facciamo parte di un unico mondo.

Gianni Mucè
Erma della conquista .olio/tavola 70x50 2019.

domenica 24 ottobre 2010


Da una vita non tornavo in questa strada! Facebook ho intercettato tutto il tempo che posso dediacre al pc. Riflessioni ? mah, meglio non farne , se no la depressione prende.. ragazzine uccise dagli zii, donne ammazzate con un pugno,anziani uccisi in casa per qualche migliaio di euro,lotte armate contro la spazzatura (una volta , nel bene o nel male erano gli ideali ad armare le braccia e prima le menti) classe politica in declino . In tv vedi tutti che si strappano le vesti ...nessuno vuole ammettere che grossa parte di colpa ce l'ha proprio un certo modo di fare televisione,i grandi fratelli , le isole famose,gli amici, i bimbi gettati a scimmiottare le canzoni dei grandi ( ma quello splendido film con la suprema Anna Magnani , davvero non ci ha insegnato nulla?). Il processo é cominciato circa venti anni fa con l'americanizzazione berlusconiana della televisione; qualche anno dopo , prima con reticenze varie, poi sempre più spedita la tv 'di stato ' é corsa ai ripari: è la catastrofe intellettuale . L'aveva quasi previsto quel geniaccio di Herman Hesse , quando (il giuoco delle perle di vetro)nell'era della terza pagina i migliori si rifugiano in Castalia , per dare vita ad un ascetico monacale modo di interpretare il sapere.